DA RIFIUTO TESSILE A CAPO DI MODA

 

Il prossimo 5 luglio dalle ore 18 Marco Benedetti R&D di Green Evolution interverrà in qualità di tecnologo ad un seminario on line dal titolo quanto mai figlio dei tempi: da Rifiuto tessile a capo di Moda. L’iniziativa é organizzata da Confartigianato nel contesto delle manifestazioni legate a Genova capitale del jeans, storico punto di partenza della grande avventura di questo tessuto nei secoli. Denim è il nome proprio del tipo di tessuto; esso tuttora rappresenta nell’immaginario collettivo molto di più che un semplice capo di abbigliamento essenzialmente pratico perchè robusto. Dal dopoguerra fino ad oggi esso è’ il simbolo della crescita sociale di una parte consistente del popolazione del Pianeta, una metà per altri, così come è associato alla crescita economica di interi comparti sia industriali che commerciali, di cui l’Italia è tuttora leader come il settore Moda.
Tuttavia il tessuto più presente in ogni continente costituisce spesso anche un rifiuto quando come jeans o capospalla viene gettato sui cassonetti per usura o semplicisticamente fuori moda.

Oggi a differenza di alcuni anni fa, la fibra di cotone usata – come è stato per la lana negli ultimi decenni – torna a costituire una materia prima “seconda” ovvero riutilizzabile nel ciclo tessile, fino anche a tornare nuooi denim. Questo oggi è possibile grazie all’innovazione tecnologica che smentisce il luogo comune presente ancora tra addetti ai lavori, di considerare le fibre di scarso valore commerciale come cotone o poliestere, inadatte a processi di recupero per mancanza di redditività ovvero adatte a produrre un prodotto povero, che richiede lavorazioni di enormi quantità di vecchio tessuto e con margini operativi che spesso non giustificavano l’investimento in tecnologia salvo per le applicazioni settori industriali come auto ( mescolata per es. a resine non certo salutari per l’uomo ) o poco di più.
Oggi tecnologia, spesso made in Italy, esperienza e bisogno sociale oltreché industriale nonché la spinta della EU e delle nuove generazioni FFF, guardano a questo tipo di “materia prima” di riciclo come una nuova materia prima di valore. E gli investimenti di imprese illuminate stanno facendo già l’apripista della Storia.

NUOVE FIBRE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE

Le nuove fibre a BASSO IMPATTO AMBIENTALE del produttore Far Eastern (FENC) di Taiwan, presentate alla fiera Index di ottobre 2021, costituiscono un completamento di gamma sull’onda delle comprovate necessità di abbattere l’impronta ambientale anche nel settore delle materie prime per l’industria tessile abbigliamento come in quella dei nontessuti che rappresentano il maggior “cliente” globale per il consumo di fibre di origine da idrocarburi.

FAR Easter presenta una gamma di fibre da affiancare da un lato a le fibre di pet parzialmente o totalmente da riciclo GRS e dall’altro alla fibra di pla di origine vegetale e certificata anche compostabile EN13432. L’obiettivo di riduzione dell’impronta di carbonio passa infatti non solo da dove si prendono le materie prime e come si trasformano ma anche da soluzioni che tengono conto delle prestazioni come del fine vita.

Sono racchiuse nel brand TOPGREEN le varie: a) BIO series: Biodegradabili sia come pla solido che low melt ricomponente pla/pla con gradi diversi di melting index e b) da Biomassa: Bio-PE (polietilene) e Bio-Pet (poliestere); c) le fibre e filati certificati Global Recycle Standard e infine d)

le fibre prive di metalli pesanti (heavy metal free) GREEN-TI.

In particolare la gamma di fibre da biomassa si caratterizzano per l’origine da risorsa vegetale (e come nel pla anche da scarto agroindustriale) e sono bi-componenti: PLA anima interna ed esterno PE con polimero di origine vegetale: BENEFIT fino a -70% produzione CO2.

Le fibre invece 100% biodegradabili sono realizzate con dubbia anima: core in pla ed esterno in un innovativo PET di origine sintetica ma naturalmente biodegradabile.

Completa la gamma le fibre FENC solo fibre con focus su la riduzione della impronta CO2 dalla estrazione materie prime alla lavorazione. non biodegradabili ma rigenerabili sono con anima il Pet riciclato GRS e mantello esterno in PE ottenuto da biomassa (vegetale). 3 tipologie per varie necessità sia tecniche che di smaltimento, oltreché di impronta CO2.

I tecnici di Btt/Green Evolution sono a disposizione per chiarimenti sia sulle caratteristiche tenie delle eco-fibre che sulle loro potenziali applicazioni nel campo tessile.

PYROTEX LA FIBRA BARRIERA COVID 19

PYROTEX LA FIBRA BARRIERA COVID 19

La società Pyro-tex Industries con sede ad Amburgo è riuscita per prima al Mondo a produrre una fibra che ha un’attività del 99,57% (99% dopo 14 secondi) contro il virus SARS-CoV-2.
Questo risultato è stato confermato da un laboratorio indipendente certificato ISO secondo ISO 18184: 2019. La fibra Pyro-tex è rappresentata in Italia in esclusiva da Btt fibre/Green Evolution.

“Siamo entusiasti che i tessuti realizzati con PyroTex® possano ora svolgere un ruolo attivo nell’impedire al Covid-19 di diffondersi ulteriormente”, afferma Robert Jarausch fondatore di PyroTex Industries.
La fibra PyroTex® può essere utilizzata in maschere protettive, indumenti protettivi e medicali generali, nonché prodotti per l’ospitalità e il settore privato. “E l’elenco potrebbe continuare!”, Aggiunge Jarausch. “Stiamo già collaborando con grandi marchi, che vogliono contribuire alla lotta contro la pandemia e hanno la visione di creare prodotti sostenibili che mantengano le persone al sicuro anche in futuro”. Oltre alla sua attività contro SARS-CoV-2, la fibra PyroTex® resistente alla fiamma e al calore ha anche un’attività superiore al 99% contro batteri come Staphylococcus Aureus, Escherichia Coli e Klebsiella Pneumoniae. Quest’ultimo è spesso indicato come il germe più problematico negli ospedali. Tutte le proprietà sono permanenti e non tossiche (certificate secondo OekoTex Standard 100, classe 1).

HYMETEC: ENERGIA VERDE SOSTENIBILE IDROGENO+METANO CON BATTERI E BIOMASSA

HYMETEC: ENERGIA VERDE SOSTENIBILE IDROGENO+METANO CON BATTERI E BIOMASSA

 

Era il 1996; all’Università Feng Chai di Taichung a Taiwan non ci credevano: i ricercatori del dpt Bioenergy oggi coordinato dal prof. Stein Wu, anziché trovare batteri metaniferi più efficienti – oggetto della ricerca – avevano trovato invece batteri in grado di produrre” idrogeno” utilizzando rifiuti organici in un processo anaerobico.

Alcuni anni dopo questa scoperta si è trasformata in una tecnologia che consente di produrre più energia verde, sicura ed efficiente, da scarti e rifiuti organici (biomassa) rispetto ai tradizionali impianti di produzione biogas, questi ultimi già presenti in buon numero anche in Italia.

Una tecnologia che può restituire efficienza e redditività anche ad impianti già installati sul territorio grazie all’innesto della tecnologia hymetec™. L’idrogeno non viene stoccato ma immediatamente mescolato al metano estratto a sua volta dall’impjanto tradizionale e avviato al cogeneratore per immettere in rete energia elettrica.

Il risultato finale del processo Hymetec è infatti un mix di metano+idrogeno in una percentuale che consente di produrre dal 25 al 50% in più di energia a parità di biomassa.

Per diventare operativa, sicura e disponibile i tecnici e ricercatori della FCU di Taiwan hanno dovuto superare brillantemente diversi ostacoli tecnici ma oggi la tecnologia Hymetec™ è disponibile ed è stata premiata da uno speciale di National Geographic della serie “Brown is the new Green” e disponibile sui canali youtube.

Green Evolution, è responsabile per la promozione e la vendita di questa tecnologia in EU, in linea con l’impegno della azienda a promuovere innovazione sostenibile e disponibile per un futuro sostenibile del Pianeta. La tecnologia Hymetec™ è stata presentata ufficialmente in Italia il 14 luglio 2020 al festival di Ec futuro 2020 di Padova (https://ecofuturo.eu).

ECODESIGN NUOVO BREVETTO PER IMBALLAGGIIN MATERIALE ESPANSO

ECODESIGN NUOVO BREVETTO PER IMBALLAGGIIN MATERIALE ESPANSO

Il nostro R&D Marco Benedetti ha ottenuto la registrazione di un nuovo brevetto di utilità

da parte uff. Brevetti italiano: N.202017000086846

Il brevetto è relativo ai soli contenitori in materiale espanso con proprietà isotermiche, prestampati, destinati al trasporto, stoccaggio e distribuzione per es. di alimenti o prodotti farmaceutici che necessitano di essere teoricamente isolati durante il trasporto verso il luogo di destinazione finale per salvaguardare le proprietà organolettiche o assicurarne la salubrità e rispondenza del prodotto alle performance dichiarate; oppure di imballaggi per il trasporto di beni che posso subire danneggiamenti durante il trasporto se non inseriti in un contenitore spesso, magari traspirante e ammortizzante i colpi come appunto quelli realizzati in espanso polistirolo, poliuretano o più ecologicamente in biofoam o materiali simili biodegradabili o compostabili una volta usati e correttamente smaltiti.

Il brevetto consente quindi da un lato di abbattere i costi di trasporto di contenitori estremamente leggeri e ingombranti quando vuoti, aumentando il numero di unità trasportate o stoccate come per esempio nel trasporto in container o autotreno piuttosto che nell’organizzazione degli spazi in magazzino, o in locali dalle dimensioni ridotte come la stiva di peschereccio per es., dall’altro di non perdere volume di carico quando riempiti di materiale a parità di volume interno se confrontati con prodotti standard presenti sul mercato.

La soluzione brevettata è quindi un passo avanti verso l’abbattimento di Co2 per il trasporto, stoccaggio, distribuzione e rigenerazione dei materiali espansi.

Il brevetto è stato realizzato in collaborazione con dei giovani design fondatori di Cono Studio di Milano.

Sarà così possibile impilare, trasportare e stoccare fino al 50% in più di scatole vuote (senza coperchio), senza per questo ridurre il volume di carico una volta riempite di prodotto, a parità di dimensioni esterne del contenitore rispetto ai modelli tradizionali.

Il brevetto è reso possiibile in un diverso design interno del contenitore che contente quando vuoto un incastro in profondità dei contenitori e quando pieni, di essere soprammessi o impilati in una colonna auto-bloccante in modo da eliminare o ridurre la fasciatura della colonna di contenitori soprammessi.

Il brevetto sarà a disposizione per le aziende produttrici di imballaggi in materiale espanso che ne richiederenno lo sfruttamento, con particolare focus per quelli in materiale di origine vegetale e biodegradabile come per es. i biopolimeri espansi in Pla (da amido vegetale), con lo scopo dichiarato di renderli più competitivi a livello di prezzo. Nella maggioranza dei casiinfatti i materiali naturali come i biopolimeri, partono da una materia prima più costosa rispetto a quelli derivati da petrolio.

Green Evolution ha la licenza esclusiva di gestione del brevetto.